Premesso che l’analisi completa di un cosiddetto “vaccino” richiederebbe un paio di mesi, si può già affermare che l’ipotesi dell’immissione di nanotecnologia non sembra plausibile: un microchip vagante nel sistema cardio-circolatorio non sarebbe di grande utilità ai fini del controllo delle persone. Appare molto più probabile, invece, quella del tatuaggio a punti quantici, una sorta di marchiatura tecnologica che conterrebbe l’identità digitale di ognuno, secondo il progetto del Forum Economico Mondiale (Alliance ID2020), al quale sarebbe collegata la diffusione del sistema 5G. Tale scenario completerebbe la spiegazione dell’insensata corsa al “vaccino”: il tatuaggio permetterebbe infatti di verificarne l’assunzione tramite il collegamento a una banca-dati universale, nonché di inviare al cervello onde elettromagnetiche capaci di condizionarne il funzionamento; i sopravvissuti al suicidio collettivo, attuato secondo precisi criteri eugenetici, sarebbero così facilmente manovrabili. Che dire? I nazisti, in confronto, eran dei dilettanti.
(http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2021/01/respingiamo-listigazione-al-suicidio.html)
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