I politici cattolici che sostengono l’aborto, compreso Joe Biden, non dovrebbero ricevere la Santa Comunione; ma, a rigore, non dovrebbero essere neppure votati
Scrive Stefano Fontana:
Riprendiamo, nello specifico, le affermazioni del Card. Burke, da noi pubblicate già nello scorso ottobre [qui]Già nel 2008, quando Obama scelse Biden come suo candidato alla vicepresidenza, l’allora vescovo di Denver, il francescano Charles Joseph Chaput, disse che favorire l’aborto era una grave colpa politica e si diceva convinto che ad un politico che se ne macchiasse, come appunto Biden, non dovesse essere data la comunione. E nella recente campagna elettorale, il cardinale Burke era tornato sull’argomento, sostenendo la medesima tesi secondo cui un uomo politico favorevole all’aborto non dovrebbe essere ammesso all’Eucarestia.Nonostante ciò, durante tutta la campagna elettorale abbiamo assistito all’appoggio della Chiesa cattolica a Biden, non solo di quella americana ma anche di quella vaticana. Perfino il famoso documentario “Francesco” [qui] era impregnato di valutazioni politiche in appoggio a Biden. Ma l’elemento più disarmante è stata la Nota dei vescovi americani di congratulazioni per la vittoria (peraltro non ancora definitiva e decretata) del candidato democratico. L’arcivescovo di Los Angeles, José H. Gomez, presidente dei vescovi americani, ricorda in questa Nota la fede cattolica di Biden, che lo collega a Kennedy.I vescovi, quindi, riconoscono la cattolicità di Biden, non notando nessuna contraddizione con le sue posizioni morali e politiche contrarie alla vita... [Delle altre questioni dirimenti, oltre l'aborto, ho accennato nell'incipit -ndr]
Nel seguente articolo dello staff del Catholic News Agency (CNA) - nostra traduzione - viene messo in risalto che il cardinale Raymond Burke, esperto di diritto canonico e già prefetto del più alto tribunale della Chiesa, ha detto che i politici cattolici che sostengono l’aborto, compreso il candidato cattolico alla presidenza Joe Biden, non dovrebbero ricevere la Santa Comunione. Abbiamo già pubblicato un'analoga dichiarazione del Card. Burke a LifeSitNews lo scorso agosto [vedi].
Card. Burke: I politici cattolici che sostengono l’aborto, compreso il candidato cattolico alla presidenza Joe Biden, non dovrebbero ricevere la Santa Comunione
In un’intervista del 31 agosto con Thomas McKenna, che nella sua veste di capo dell'organizzazione Catholic Action for Faith and Family intrattiene colloqui periodici con il cardinale, Burke ha affermato che Biden “non è un cattolico in stato di grazia e non dovrebbe accostarsi alla Santa Comunione”, “Non è una dichiarazione politica, non intendo farmi coinvolgere nel consigliare un candidato alla carica, ma semplicemente affermare che un cattolico non può sostenere l’aborto in nessuna forma o modalità perché si tratta di uno dei peccati più gravi contro la vita umana, considerato da sempre intrinsecamente malvagio. Quindi sostenerlo in qualche modo è un peccato mortale”.
Alla domanda specifica su Biden, Burke ha dichiarato che “non solo ha sostenuto attivamente l’aborto procurato nel nostro paese, ma ha annunciato pubblicamente nella sua campagna che intende rendere la pratica dell’aborto procurato disponibile a tutti nella forma più ampia possibile abrogando le restrizioni messe in atto per questa pratica”.“Quindi, innanzitutto, gli direi di non accostarsi alla Santa Comunione per carità nei suoi confronti, perché sarebbe un sacrilegio nonché un pericolo per la salvezza della sua stessa anima”. “Ma nello stesso tempo non dovrebbe accostarsi alla Santa Comunione perché sarebbe di scandalo a tutti. Poiché, se una persona afferma di essere un cattolico devoto e allo stesso tempo promuove l’aborto, fa ritenere accettabile che un cattolico sia a favore dell’aborto; il che naturalmente non è accettabile in assoluto. Non lo è mai stato e mai lo sarà”.
Burke è stato vescovo di La Crosse, Wisconsin e arcivescovo di St. Louis, prima di essere nominato nel 2008 prefetto del Tribunale supremo della Segnatura apostolica, il più alto tribunale canonico della Chiesa. Il cardinale è stato prefetto della Segnatura fino al 2014 e ne è tuttora membro.
Nel 2007, Burke ha pubblicato sulla prestigiosa rivista canonica “Periodica” un articolo accademico sull’ammissione alla Santa Comunione dei cattolici in grave peccato pubblico, considerato da molti giuristi canonici come un esame erudito e tecnico definitivo sull’argomento.
Nell’intervista, concessa a CNA martedì, Burke ha affermato che è insegnamento storico della Chiesa che chi si trova in condizioni di peccato grave non deve essere ammesso alla Santa Comunione, citando l’ammonizione di San Paolo in 1 Corinzi: “Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore.” e “mangia e beve la propria condanna” (1Corinzi 11,27-29).
Il cardinale ha discusso la nozione di scandalo, dicendo che “rappresenta scandalo che con il tuo esempio tu induca gli altri a pensare e ad agire in modo sbagliato”. Ed ha aggiunto: “Se qualcuno forse si interrogasse sull’aborto e vedesse quest’uomo che, mentre si dichiara devoto promuove energicamente l’aborto, sarebbe portato ad errare pensando che praticare un aborto debba essere moralmente accettabile. Ne consegue che costui ha la responsabilità – non solo di aver dato scandalo con le sue azioni sbagliate nel sostenere l’aborto, ma anche di aver indotto gli altri a pensare che l’aborto sia accettabile”.
Ed inoltre: “Non posso immaginare che un cattolico non sappia che l’aborto è un peccato grave; ma se non lo sa, una volta che gli è stato detto, deve smettere di sostenere l’aborto o accettare il fatto che non è un cattolico in regola e quindi non dovrebbe presentarsi alla Santa Comunione”.
Burke ha spiegato che quando, come vescovo diocesano, veniva a sapere di politici pro-choice nelle sue diocesi, era sua abitudine contattarli “per assicurarsi che capissero”. Ed ha aggiunto che se, dopo una conversazione sull’insegnamento della Chiesa sulla vita umana, essi “non fossero ancora disposti ad agire di conseguenza, dovevo semplicemente dir loro: ‘non potete accostarvi alla Santa Comunione' ”.
I commenti di Burke si rifanno ai canoni 915 e 916 del Codice di Diritto Canonico, che spiegano che una persona consapevole di un peccato grave non deve avvicinarsi alla Santa Comunione senza prima fare una confessione sacramentale, e che i cattolici “ostinatamente perseveranti nel peccato grave manifesto non devono essere ammessi alla santa comunione”.
Tra i vescovi degli Stati Uniti, il disaccordo sul significato dei precetti canonici, e la conseguente applicazione ai politici cattolici pro-choice, è presente fin dalla campagna presidenziale di John Kerry del 2004.
Nel 2004, il cardinale Joseph Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, ha scritto un memorandum ai vescovi cattolici statunitensi, spiegando l’applicazione del canone 915 alla questione dei politici favorevoli alla scelta.
La lettera spiega che il caso di un politico cattolico che “faccia costantemente campagna e voti per le leggi permissive sull’aborto e sull’eutanasia” costituirebbe una “cooperazione formale” con un peccato grave e per di più “manifesto”.
In questi casi, scrive Ratzinger: “il suo pastore dovrebbe incontrarlo, istruirlo sull’insegnamento della Chiesa, informarlo che non deve presentarsi per la santa comunione finché non abbia posto termine all’oggettiva situazione di peccato, e avvertirlo che in caso contrario l'Eucaristia gli sarà negata”. Se egli persevera nel peccato grave e si presenta ancora per la Santa Comunione, “il ministro della Santa Comunione deve rifiutarsi di distribuirla”.
Poco dopo quel promemoria di Ratzinger, i vescovi statunitensi concordarono che l’applicazione di quelle norme doveva essere decisa dai singoli vescovi, piuttosto che dalla conferenza episcopale, in gran parte sotto l’influenza di Theodore McCarrick, allora arcivescovo di Washington, che parafrasò la lettera, che non era stata ancora resa di dominio pubblico, ma non la presentò per intero ai vescovi. [Di fatto, McCarrick, ridotto allo stato laicale nel 2019 per gravi abusi sessuali anche su minori, nascose la lettera del Card. Ratzinger ai vescovi americani, dando loro la sua versione divergente. La lettera, oltre che a McCarrick, fu consegnata anche a Wilton Gregory, allora presidente della conferenza episcopale USA, ora arcivescovo di Washington, ndT]
Alcuni vescovi hanno proibito di ricevere la comunione ai politici sostenitori di “leggi permissive sull’aborto” ma altri hanno esitato o hanno detto apertamente che non avrebbero negato loro l’Eucaristia.
Alla domanda di un giornalista, il cardinale Timothy Dolan di New York lo scorso ottobre ha dichiarato che non avrebbe negato la Santa Comunione a Biden. Prima di allora, nel gennaio 2019, Dolan aveva detto che non avrebbe negato l’Eucaristia al governatore di New York Andrew Cuomo, che aveva firmato una delle leggi sull’aborto più permissive della storia del Paese. (addirittura fino al nono mese di gravidanza - ndT)
Il vescovo William Malooly, pastore di Biden, in passato ha sostenuto di non voler “politicizzare” la Santa Comunione negandola ai politici. L’ordinario di Washington, l’arcivescovo Wilton Gregory, ha detto che l’Eucaristia dovrebbe essere negata solo come ultima risorsa, e non si sa se lo abbia mai fatto.
A Biden nell’ottobre 2019 è stata negata l’Eucaristia in una parrocchia della Carolina del Sud.
“La Santa Comunione significa che siamo uno con Dio, con gli altri fedeli e con la Chiesa. Le nostre azioni dovrebbero rispecchiare questo. dopo che a Biden è stata negata la Santa Comunione padre Robert Morey, pastore della Chiesa cattolica di Sant’Antonio nella diocesi di Charleston, ha detto alla CNA che qualsiasi personaggio pubblico che sostiene l’aborto si pone al di fuori dell’insegnamento della Chiesa”.
Dopo che a Biden è stata negata la Santa Comunione, CNA ha segnalato che le indicazioni della diocesi di Charleston chiedono ai sacerdoti di negare il sacramento a politici e candidati politici che sostengono la legalizzazione dell’aborto.
“I funzionari pubblici cattolici che sistematicamente sostengono la pratica dell’aborto collaborano con il male in modo pubblico. Sostenendo la legislazione a favore dell’aborto, essi partecipano a un peccato grave e manifesto, condizione che li esclude dall’ammissione alla Santa Comunione fintantoché persistono nella posizione a favore dell’aborto”, dice un decreto del 2004 firmato congiuntamente dai vescovi di Atlanta, Charleston e Charlotte.
Nell’intervista rilasciata questa settimana, Burke ha risposto a coloro che sostengono che i cattolici non dovrebbero giudicare il foro interno dei politici pro-aborto, tra cui padre James Martin, SJ, menzionato specificamente da McKenna. E ha detto: “Noi giudichiamo le persone sulla base di fatti oggettivi. Sulle loro azioni, sulle loro testimonianze pubbliche, sulle loro dichiarazioni pubbliche, e certamente il vicepresidente Biden non ha lasciato dubbi su quale sia la sua posizione. Sa chiaramente qual è l’insegnamento della Chiesa”. E ha aggiunto: “Dio ha introdotto un ordine nel mondo: uccidere, uccidere senza mezzi termini una vita umana prima della nascita è un male, non importa come lo si guardi…. e naturalmente la coscienza non può giustificarlo in alcun modo”.
Il cardinale ha detto inoltre: “Il nostro cuore non è qualcosa di nascosto, il nostro cuore si manifesta nelle nostre azioni. Come ha detto il Signore, conosciamo l’albero dai suoi frutti”.
Parlando di scandalo, Burke ha raccontato la storia di un funzionario governativo non cattolico di sua conoscenza il quale si aspettava che l’insegnamento cattolico potesse cambiare, o che la Chiesa non dovesse prenderlo sul serio visto, ha detto Burke, il numero di cattolici che al Congresso hanno votato a favore di una legislazione permissiva sull’aborto.
“I cattolici che si riconoscono tali pubblicamente e poi d’altro canto sono al 100% a favore dell’aborto, o favoriscono l'aborto in qualsiasi modo, danno grande scandalo”, ha detto Burke.
(https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2020/11/i-politici-cattolici-che-sostengono.html?spref=fb&fbclid=IwAR2NwUotIrE38-BkaGUpS1NP1LR9TzxKXyEBY281Gzmtco7dvyY_1SHdnHE)
“L’insegnamento della Chiesa sull’aborto non cambierà mai perché fa parte della legge morale naturale. È parte della legge che Dio ha scritto in ogni cuore umano, cioè che la vita umana deve essere salvaguardata, protetta e promossa”.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
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